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Moderazione (Self - Control e Temperance)
La temperanza nel suo uso moderno è definita moderazione o autocontrollo volontario. Si descrive tipicamente in termini di ciò che un individuo si ripiega volontariamente dal fare. Questo include la moderazione dalla vendetta praticando la non violenza e il perdono, la moderazione dall'arroganza praticando umiltà e modestia, moderazione dagli eccessi come il lusso stravagante o splenda praticando prudenza, e moderazione dalla rabbia o dalla voglia di praticare tranquillità e autocontrollo.
La temperanza è stata descritta come una virtù da pensatori religiosi, filosofi e più recentemente, psicologi, in particolare nel movimento di psicologia positiva. Ha una lunga storia nel pensiero filosofico e religioso.
Temperanza
Ci sono due parole nell'antico greco che sono state tradotte in "temperanza" in lingua inglese. Il primo, sôphrosune, ha significato in larga parte l'autocontrollo. L'altra, enkrateia, era una parola coniata durante il tempo di Aristotele, per significare controllo su oneself o autodisciplina.
Enkrateia appare tre volte nella Bibbia di Re Giacomo, dove è stata tradotta come temperanza. Il significato moderno della temperanza si è evoluto fin dal suo primo utilizzo. In latino, tempero significa ritenuta (dalla forza o dalla rabbia), ma anche più sostanzialmente il corretto bilanciamento o miscelazione (in particolare, di temperatura, o composti).
Da qui la frase "a tempra una spada", cioè il processo di riscaldamento e raffreddamento di forgiatura di una lama metallica. Il latino ha anche fatto riferimento a governare e controllare, probabilmente in modo moderato (cioè non con l'uso di una forza eccessiva) [ servono riferimenti].
Che cos' è la Temperance?
Temperanza è una grande virtù ateniese, come propugnata da Platone; autolimitare (sôphrosune) è una delle sue quattro virtù fondamentali della città ideale e riecheggiata da Aristotele. Secondo Aristotele, "la temperanza è una media per quanto riguarda i piaceri". A Charmides, uno dei primi dialoghi di Platone, colui che possedette sophrosune è definito in quattro modi: uno che ha la quiete, uno che ha la modestia, uno che fa i suoi affari, e uno che conosce se stesso.
Le religioni (Rappresentazione della temperanza) Temperanza è una parte essenziale del percorso di Eightfold. Nella Dhammacakkappavattana Sutta, spesso considerata come il primo insegnamento, il Buddha descrive il Nobile Eightfold Path come Medio Via della moderazione, tra gli estremi dell'indulgenza sensuale e dell'automortificazione.
Il terzo e il quinto dei cinque precetti (pañca-sila) riflettono valori di temperanza: "cattiva condotta riguardante i piaceri di senso" e l'ubriachezza vanno evitati.
Nella tradizione giudeo - cristiana la temperanza è prolifica. L'Antico Testamento sottolinea la temperanza come una virtù fondamentale, come dimostrano sia il Libro di Salomone dei Proverbi che nei Dieci Comandamenti, con le sue ammonizioni contro l'adulterio e la covazione. Anche il Nuovo Testamento lo fa, con il perdono essendo centrale per la teologia e l'autocontrollo essendo uno dei Frati dello Spirito
Il concetto di dama (Sanscrito: parrucchieri) nell'induismo equivale alla temperanza. A volte è scritto come Damah (Sanscrito: Rifugio Rifugio).
La parola dama, e le parole derivate di Sanscrito in base a essa, connotano i concetti di autocontrollo e autolimitazione.
Brihadaranyaka Upanishad, in versi 5.2.3, afferma che tre caratteristiche di una persona buona, sviluppata sono l'autocontrollo (damah), la compassione e l'amore per tutta la vita senziente (daya) e la beneficenza (daana). Nella letteratura induista dedicata allo yoga, l'autocontrollo si espone con il concetto di yamas (Sanscrito: parrucca).
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